Il ponte, parola che unisce: è la costruzione, materiale ma anche immateriale, con la quale l’uomo, da sempre, cerca di superare ostacoli o divisioni.
L’esperienza del conflitto, la sofferenza della separazione e contemporaneamente l’attrazione verso ciò che è sconosciuto, la spinta verso l’oltre, l’altro, ha attivato la capacità creativa di gettare dei ponti (a partire dal linguaggio e dal dialogo) che consentano comunicazione e incontri tra differenti sponde, senza per questo ostacolare né ostruire il fluire di ciò che in scorre o esiste sotto.
Il ponte è una costruzione solida necessaria ed esperienza concreta di unità e diversità insieme, di opposti che in origine sembravano molto distanti ed improvvisamente si trovano ad essere talmente vicini da poter interagire con grande facilità . Dentro e fuori dalle metafore, abbiamo declinato i ponti in costruzioni, citazioni e musica, per ricordare il nostro fine ultimo, professionale e personale: unire, mettere in relazione cose e persone, oltre che sponde.
Lo abbiamo fatto declinando l’Italia, il nostro spazio migliore, certi che dodici mesi offrono solo un’idea dei tanti ponti che giorno dopo giorno, secolo dopo secolo, costruiscono e costruiranno la nostra storia e il nostro futuro. Buon 2024 in cui continueremo a gettare ponti per unire, facendo crollare i muri che dividono.